Ovvero… alla maniera di Arcimboldo, che nelle "Teste Composte" elaborò ritratti combinando tra loro oggetti presenti in natura, collegandoli metaforicamente al soggetto rappresentato, in modo da sublimare il ritratto stesso, così Ivano offre una testimonianza della sua fresca e spontanea abilità compositiva, producendo ritratti in musica che parlano delle persone che lo hanno ispirato o che ha incontrato nei suoi numerosi viaggi intorno al mondo.
Ha scelto, per questo itinerario sonoro, l’arciliuto: uno strumento che al timbro delicato del liuto rinascimentale unisce la presenza dei bordoni, a conferire profondità al suono e maggiore presenza armonica, in una tessitura di incredibile spessore e varietà, quasi una testimonianza delle variegate profondità dell’animo umano che in queste composizioni arrivano all’ascoltatore, talmente cangianti, che non tutto ciò che viene suonato risulterebbe fissato in una partitura: l’improvvisazione, tema caro alla musica antica, ritorna in queste composizioni quasi ad esortare l’esecutore a trovare un proprio linguaggio e un proprio messaggio interpretativo, esattamente le premesse allo sviluppo e alla diffusione della musica contemporanea per liuto.
Musica che prende spunto dalla realtà che circonda l’autore… realtà che si rivela e si lascia raccontare nei ricordi di viaggio. Tutto si condensa in un dialogo sonoro multicolore e sempre vivace, tonale, costruito spontaneamente raccogliendo gli echi musicali che costituiscono le radici compositive di Ivano, tradotti in un messaggio nuovo.
Così si possono incontrare dinamismi cromatici come espedienti per trasmettere movimento, la gravità pensosa di un basso che segna il tempo come un pendolo, permettendo le divagazioni del canto fino ai registri più acuti dello strumento, o le risonanze melismatiche di un Medio Oriente pensoso e drammatico, inquietudini espresse in salti armonici, progressioni ribattute, espressione di stati d’animo non esprimibili a parole.